Liceo - Cover
Liceo - Cover 2

Estratto dall’introduzione di Valeria Doratiotto Prinsi
Direttrice del Liceo di Lugano 1


Affiancando Adriano Cavadini nei sopralluoghi che ha svolto per la pubblicazione di questo elegante volume, ho camminato per i corridoi del liceo e sono entrata nelle aule del primo piano – come quella del professore di Matematica Ambrogio Longhi, più volte citato in queste pagine – ascoltandolo raccontare pezzi di vita liceale: al suono della sua voce, attraverso la potente opera poietica della memoria, prendevano vita fra i banchi di oggi gli studenti di allora, con i loro nomi, i loro quaderni di appunti dalla copertina nera, le loro frasi, uniti in quel concetto di classe che proprio durante gli anni liceali, ancora oggi, vive la sua massima espressione. Nelle pagine di questo volume si racconta di quello che sino al 1973 è stato l’unico liceo del Cantone Ticino, che nel 1961 ospitava molti luganesi, qualche allievo dal Bellinzonese e dal Mendrisiotto, ancora meno dalle Valli, uno dal Locarnese e uno dalla vicina Italia, che – lo scopriamo quasi come fosse il personaggio fuoriuscito da un racconto – tutti i giorni veniva a scuola in bicicletta lungo la strada di Gandria. I contributi raccolti dai tre curatori – Adriano Cavadini, Roberto Bernardoni e Carla Borla-Müller – riproducono in modo sfaccettato il contesto in cui i 53 maturati del 1961 hanno vissuto il liceo: dopo un excursus degli avvenimenti significativi nel mondo e nel Ticino tra il 1950 e il 1970, in cui i giovani erano animati da «grandi speranze, tanto ottimismo, voglia di fare e da un generale entusiasmo che stimolavano la creatività e il desiderio di scoprire nuovi orizzonti nelle conoscenze dell’uomo», e una riflessione sulla democratizzazione degli studi, corroborata da dati statistici, si entra nel liceo del quadriennio 1957-’61 attraverso la testimonianza delle studentesse (poche) e degli studenti di allora, che ne passano in rassegna luoghi, regole e costumi, didattica, relazioni (quasi inesistenti) con i docenti, materiale, ricreazioni, gite scolastiche, esami di maturità; nella parte finale, in un’accurat rassegna biografica di brillanti carriere, leggiamo chi sono diventati «quelli del 1961».Per chi in quegli anni non era ancora nato ma vive, e dirige, quotidianamente il liceo di oggi, ci sono passaggi che strabiliano, come quando Adriano Cavadini ci racconta che «nessuno ricevette mai di ritorno i componimenti corretti in italiano o gli esperimenti scritti in matematica, geometria, fisica, scienzee storia, ecc. con la valutazione del docente […] non c’era la minima possibilità di contestare il voto perché i lavori scritti non venivano quasi mai restituiti». Nell’art. 39 del Regolamento delle scuole medie superiori del 15 giugno 2016, sono sanciti i principi cardine sulla valutazione, fra cui la chiarezza con cui ogni giudizio deve essere comunicato agli allievi, e il fatto che il testo dell’elaborato scritto resta in consegna agli stessi studenti.